SULLE ORIGINI DELLA POESIA RETROGRADATA SARDA (2024)

Related Papers

Le canzoni di Pisurzi - Edizione critica - Prefazione di Paolo Cherchi

2017 •

Giancarlo Porcu, Paolo Cherchi

Pisurzi, nato nel 1707 a Bantine (minuscolo villaggio della Sardegna centrale, oggi frazione di Pattada), è il primo vero poeta popolare di lingua sarda logudorese. A più di trecento anni dalla nascita dell’autore, le sue cantones (‘canzoni’), e quelle che non sempre a ragione gli sono state via via attribuite, vengono finalmente restituite in questa edizione critica: restaurate attraverso un esame completo della tradizione a stampa e sulla scorta di manoscritti nuovamente scoperti, dai quali anche riaffiorano ben dieci inediti. Con il sostanzioso ampliamento e il radicale rinnovamento qualitativo dell’opera di Pisurzi (fino a oggi bloccata su nove cantones pubblicate nella seconda metà dell’Ottocento, per giunta in versioni difettose), il volume offre: un capitolo biografico (che fa luce su zone oscure o controverse della vita del poeta, sfruttando un’ampia documentazione d’archivio), l’illustrazione delle fonti e dei procedimenti seguiti nella ricostruzione e nell’allestimento dei testi (corredati di apparati critici puntuali), il commento, la traduzione in italiano, l’analisi linguistica e metrica, la discussione delle questioni attributive. Un’indagine rigorosa, condotta con gli strumenti della più agguerrita filologia, realizzata in un’edizione che – scrive Paolo Cherchi nella Prefazione – «bisogna salutare come un vero monumento».

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"La parola ritrovata. Poetica e linguaggio in Pascale Dessanai" Prefazione di Emilio Pasquini, Il Maestrale, Nuoro 2000

Giancarlo Porcu

Vivace quanto sconosciuto protagonista del rinnovamento poetico del panorama letterario della Sardegna di fine '800, Pascale Dessanai (Nuoro 1868-Uras 1919) viene ora restituito ai lettori attraverso questo saggio di Giancarlo Porcu che, con una lettura puntuale della produzione in versi, ne rivela il cammino artistico nel quadro più generale della poesia sarda. Inediti, infidi in quanto a lezione testuale, mal noti o difficilmente reperibili, i testi sardi di Dessanai vengono qui raccolti, corredati di traduzione italiana, in un corpus organico e sondati con perizia filologica. INDICE Prefazione di Emilio Pasquini - Una introduzione-avvertenza - Abbreviazioni bibliografiche e linguistiche - Premessa linguistica PARTE PRIMA: DALLA KOINÈ REGIONALE ALLA PARLATA LOCALE I. Italiano, tradizione logudorese e parlate locali II. Verso l’appropriazione poetica della parlata locale PARTE SECONDA: PASCALE DESSANAI. LA VITA E L’OPERA POETICA IN SARDO I. La vita - Nota bibliografica - Appendice documentaria II. Nel laboratorio della tradizione. II.1. Manierismo logudorese. II.2. L’esperienza di «Vita sarda» III. Realismo nuorese - III.1. Mi ribello a s’arcàdica manera L’affrancamento dalla linea arcadica - III.2. Chilibru e ghilinzone. La discesa nel reale - III.3. Su pizzinnu finit in presone. La discesa morale nel reale - III.4. Una lettura del Dessanai nuorese Appendice. La metrica di Nèulas PARTE TERZA: PROPOSTA DI EDIZIONE CRITICA DELLE POESIE DI DESSANAI Notizia sul testo - Criteri di edizione TESTI: DA NÈULAS - TESTI SARDI COMPARSI IN RIVISTE DELL’OTTOCENTO: Da «Vita sarda». Da altre riviste. - RIME NUORESI - RIME VARIE E D’OCCASIONE - ALTRE LIRICHE - DA STECCHETTI Aapparati critici - Bibliografia - Indice dei testi - Indice dei nomi

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Giancarlo Porcu

Questo libro esplora le relazioni fra le forme della poesia sarda e le strutture della poesia spagnola, con incursioni anche italiane e catalane. Dal '400 al '700, la Sardegna ha espresso una letteratura in versi che l'analisi condotta in questo volume rivela per buona parte erede della metrica ispanica, una produzione spesso misurata su una régula castigliana. L'affascinante universo della metrica sarda si dispiega e assume consistenza storica attraverso l'esame di forme come la "sesta torrada", la "deghina", la "battorina", la "lira", la "chimbina", in rapporto alle strutture del "villancico", della "glosa", della "lira garcilasiana". Ne risulta, oltre alla trattazione di un inedito tema di ispanistica, una storia formale della poesia sarda (con la spiegazione dell'origine strutturale e storica dei "gosos" e di canti celebri come "Deus ti salvet Maria"). Un percorso che assume la metrica in quanto patrimonio di oggetti culturali misurabili, forma specializzata di cultura e quindi strumento di comprensione di più vasti processi estetici. INDICE Introduzione PARTE PRIMA. Forme fisse d'hispanidad: I. La sesta torrada. 1. Cantone torrada. 2. Cantone torrada e forme fisse. 3. Sesta torrada, gosos, villancico. 3.1. Presunta italianità delle cantones torradas. 3.2. Gosos, goccius, goigs. 3.3. Gosos e sestas profane. Canonizzazioni, innovazioni. II. L'ottava torrada III. La battorina (una mini cantone torrada) IV. La cantada V. La glosa. 1. Statuto formale della glosa sarda. 2. La glosa come traduzione amplificatoria. 3. Storia, forme e funzioni della glosa lirica sarda. 4. Sopravvivenza ottocentesca della glosa. PARTE SECONDA. Forme libere: VI. Eredità incerte, false, certe. VII. Altre eredità spagnole. 1. Le strofe di cinque versi (chintillia e chimbina). 1.1. Quintillas araolliane: presenza di assenze. 1.2. Drammi "resistenziali". 2. La chimbina: lira garcilasiana in Sardegna. 3. La sesta e altre forme aliradas. VIII. Fra hispanidad e italianità. 1. Le strofe di quattro versi. 1.1. La quartetta. 1.2. La quartetta caudata. 1.3. Quartetta caudata e pie quebrado. 1.4. Un genere italiano Bibliografia. - Indice dei termini metrici. - Indice dei nomi e dei luoghi

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A SA MODA DE

Gianfranco Rosa

Disamina dello stile compositorio di quattro poeti estemporanei sardi

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Sas modas e comunicazione religiosa popolare

michele antonio corona

L'articolo presenta le caratteristiche fondamentali della gara poetica improvvisata logudorese, attraverso lo spettro della comunicazione religiosa dei componimenti "a taulinu" che chiudevano la gara stessa in onore al santo patrono o all'occasione

La tabula delle rime

Paolo Bravi

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PEPPINU MEREU, Opera omnia

Peppinu Mereu, "Opera omnia" - Edizione critica di Giancarlo Porcu

2017 •

Giancarlo Porcu

Volume a cura di Gianfranco Tore. - Edizione critica di Giancarlo Porcu. - Saggio storico-biografico di Gianfranco Tore. - Contributi di: Paolo Bravi, Pier Luigi La Croce, Sebastiano Pilosu; e una testimonianza del Collettivo «Peppinu Mereu». - CD allegato Questo volume affronta per la prima volta Peppinu Mereu in una rappresentazione a tutto tondo dell’uomo e dell’opera poetica. La prima parte mette a disposizione tutte le poesie di Mereu in un’edizione critica curata da Giancarlo Porcu, che nell’occasione ha trasfuso i risultati di un pluriennale impegno filologico sopra i testi del poeta tonarese. La seconda parte ospita un corposo, innovativo e documentato saggio di Gianfranco Tore sul contesto storico in cui si trovò a operare l’autore e sulla vita dello stesso, la quale risulta così illuminata in zone rimaste finora oscure. La terza parte contiene due distinti interventi sulla fortuna dei testi di Mereu nel canto a tenore (a firma di Paolo Bravi e Sebastiano Pilosu), un excursus sulla lingua utilizzata dal poeta nei suoi versi (di Pier Luigi La Croce) e una testimonianza sulla attività di promozione del poeta esercitata dal Collettivo “Peppinu Mereu” di Tonara. La pubblicazione è arricchita da un CD allegato contenente immagini d’epoca (ritraenti Mereu nonché personaggi e luoghi a lui riferibili) ed esecuzioni cantate di poesie di Mereu: Coro polifonico femminile “Tonara”, Coro Peppinu Mereu di Tonara, Cuncordu Su Connottu de Fonne, Tenore S’Arborinu de Orune, Tenore Supramonte de Orgosolo. PEPPINU MEREU nasce a Tonara il 14 gennaio 1872. Il padre Giuseppe, medico condotto del villaggio, riesce a dare a Peppinu e ai suoi fratelli quella cultura umanistica di base richiesta per l’avvio alle professioni liberali. Il prematuro decesso dei due genitori segna profondamente la vita del poeta che perfeziona da autodidatta la sua formazione senza completare alcun ciclo di studi. Nel 1891 entra nell’Arma dei carabinieri svolgendo servizio a Nuoro e a Osilo dove frequenta ambienti letterari scapigliati e gruppi politici di orientamento radicale e democratico. Nel 1895, accusato di furto, viene imprigionato e sottoposto a giudizio. Assolto dalle accuse viene congedato dall’Arma per infermità. Dotato di spirito caustico e di innate doti poetiche Mereu, evocando fatti ed episodi traumatici della storia dell’Isola e i valori civili che costituivano l’identità regionale, riuscì a emergere dalla folla dei poeti in lingua sarda. Nelle sue poesie, scritte in logudorese, egli sperimenta modelli e generi poetici diversi e mostra una grande padronanza stilistica. Povero, emarginato e sofferente per il diabete, il poeta morirà nel suo paese natio l’11 marzo del 1901. La considerazione e il rispetto con cui la critica letteraria ha accolto fin dalla sua pubblicazione (1899) l’unico volume di poesie di Mereu dà la misura del valore che l’opera del poeta tonarese aveva già assunto agli occhi dei contemporanei tanto da essere considerata tra i contributi più apprezzabili e significativi della poesia sarda.

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Giancarlo Porcu, Sui limiti della correzione linguistica congetturale. Alcuni casi di filologia sarda

2018 •

Rhesis UniCa, Giancarlo Porcu

A controversial interpretation of a text could ask textual critics of texts relatively ancient to choose between preserve and correct. Preserving, in a critical way, could be the right choice in textual restoration, but often textual critics choose to unduly emend according to modern language. It happens more often in rising philologies as the one applied to Sardinian poetic texts, where a philological school has missed and the period of Sardinian linguistic history from the 15th to 18thcentury is scarcely known. Through examples from the Sardinian poetic tradition (Antonio Cano, Francesco Ignazio Mannu, Pisurzi) the paper describes cases where the corrections are made not because of errors (assumed) but because of lectiones difficiliores under the linguistic angle, or becoming of such nature according to the modern perception. The process through which the textual critics make this kind of corrections is similar to the process that underlies to the transmission of texts where misreading and recoding confirm the concept of diasystem applied to textual criticism (Cesare Segre); in Sardinian case (as in others cases of bilingualism or various degrees of diglossia) the concept can be complicated by the stratification of different linguistic diasystems, consisting in the interference between Sardinian language and prestige varieties which it had been interacting with over ages.

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Peppinu Mereu, Poesie complete, saggio conclusivo "Peppinu Mereu. L'ultimo poeta in lingua sarda"

Giancarlo Porcu

Morto a soli 29 anni all'alba del nuovo secolo lasciando un piccolo libro di poesie, Peppinu Mereu (Tonara 1872-1901) ha compiuto - e tuttora prosegue - un cammino letterario senza soste né cedimenti, entrando nell'immaginario collettivo di una Sardegna che continua a leggerlo e a cantarlo. La poesia di Mereu, erede di una plurisecolare tradizione in lingua sarda e al contempo proiettata nelle inquietudini espressive e ideologiche novecentesche, si colloca fra spigliatezza comunicativa e meditate turbolenze linguistiche; coniuga il taglio deciso del verso popolare agli avvolgimenti verbali di una personalità inquieta. Questo volume raccoglie, per la prima volta, l'intera produzione di Mereu, restituendola filologicamente all'autenticità delle edizioni ottocentesche, radunando l'opera dispersa e ridando al lettore altri testi originali sommersi, mai riproposti fino ad ora, compresi alcuni inediti in lingua italiana. L'edizione, curata da Giancarlo Porcu, è corredata di una nota biografica, una bibliografia completa, una storia del testo mereiano, apparati critici e un saggio conclusivo. La traduzione a fronte in italiano, che insegue la rima e la metrica degli originali, è ad opera di tre scrittori-poeti: Giovanni Dettori, Marcello Fois e Alberto Masala.

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«Rhesis», International Journal of Linguistics, Philology and Literature, Linguistics and Philology

Sui limiti della correzione linguistica congetturale. Alcuni casi di filologia sarda

2018 •

Giancarlo Porcu

A controversial interpretation of a text could ask textual critics of texts relatively ancient to choose between preserve and correct. Preserving, in a critical way, could be the right choice in textual restoration, but often textual critics choose to unduly emend according to modern language. It happens more often in rising philologies as the one applied to Sardinian poetic texts, where a philological school has missed and the period of Sardinian linguistic history from the 15th to 18th century is scarcely known. Through examples from the Sardinian poetic tradition (Antonio Cano, Francesco Ignazio Mannu, Pisurzi) the paper describes cases where the corrections are made not because of errors (assumed) but because of lectiones difficiliores under the linguistic angle, or becoming of such nature according to the modern perception. The process through which the textual critics make this kind of corrections is similar to the process that underlies to the transmission of texts where misreading and recoding confirm the concept of diasystem applied to textual criticism (Cesare SEGRE); in Sardinian case (as in others cases of bilingualism or various degrees of diglossia) the concept can be complicated by the stratification of different linguistic diasystems, consisting in the interference between Sardinian language and prestige varieties which it had been interacting with over ages. L’alternativa fra conservare e correggere può presentarsi all’editore di testi relativamente antichi davanti a un passo di lettura controversa. Conservare, criticamente, può essere la scelta giusta nella restituzione testuale, mentre può accadere che gli editori emendino inopportunamente secondo usi linguistici moderni. Ciò avviene più di frequente in filologie nascenti come quella applicata ai testi poetici in sardo, dove è mancata una scuola specifica e si ha una conoscenza ancora vaga di un’epoca della storia linguistica sarda che va dal XV al XVIII secolo. Con esempi tratti dalla tradizione poetica sarda (Antonio Cano, Francesco Ignazio Mannu, Pisurzi) si mostrano casi in cui le correzioni editoriali agiscono non su errori (supposti) ma su lezioni difficiliores sotto il profilo linguistico, o divenute tali per la sensibilità moderna. Il processo che porta l’editore a correzioni di questo genere è sovrapponibile a quello della tradizione dei testi in cui travisamenti e ricodifiche confermano la nozione di diasistema applicata alla critica testuale (Cesare SEGRE); nella situazione sarda (come in altre situazioni di bilinguismo o diglossia a vari gradi) la nozione può complicarsi nel senso di uno stratificarsi di differenti diasistemi linguistici, costituiti dall’interferenza fra lingua sarda e lingue di prestigio con cui essa nel tempo è venuta in contatto.

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